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Parliamone insieme…

Un buon genitore è quello che sa oscillare tra la presenza e l’assenza, da una parte deve garantire la presenza e dall’altra deve imparare a stare sullo sfondo “

Massimo Recalcati

Come insegnare a cantare ai bambini scuola dell’infanzia

Nel mio precedente articolo parlavo dell’importanza degli stimoli sonori e degli incoraggiamenti che ogni genitore e educatore dovrebbe rivolgere ai bambini, per stimolare la loro curiosità verso la musica.

In questo articolo cercherò di illustrare in pochi passaggi, come insegnare una canzone ad un gruppo di bambini della scuola dell’infanzia

Dai tre ai cinque anni il bambino ha già imparato molte parole e frasi sempici, ovviamente un genitore può iniziare ancora prima ad avvicinare il piccolo alla musica

Personalmente, a questa età,  sono contraria nel  proporre ai bambini canzoni “da grandi”, perchè di difficile comprensione, e canzoni con lunghe frasi articolate.  A quell’età non si puo’ e non si deve comprendere il significato di un amore finito o un tradimento! La maggior parte delle canzoni che i nostri bambini ascoltano abitualmente in tv o in macchina con i genitori, contengono testi per loro incomprensibili. A questa età si dovrebbero proporre  temi come l’amicizia con i compagni, l’amore della famiglia, la bellezza della natura e non ultimo il rispetto per le persone, animali e cose.

Questo per quanto riguarda il testo, per la melodia invece, essa deve essere formata possibilmente,  da due strofe, un inciso e un piacevole ritornello, con una frase musicale facile e orecchiabile. E’ fondamentale  poi accompagnare le parole con semplici gesti che hanno un duplice obiettivo, aiutano la memorizzazione e diventano propedeutici per imparare poi a muoversi nello spazio. Non si può scindere il movimento dall’ascolto! Corpo, ascolto ed emozioni viaggiano insieme.

Da dove iniziare quindi?

  1. Presentiamo la nuova attività. Entriamo in classe e ci troviamo di fronte al nostro bel gruppetto di bambini, più o meno vivaci, più o meno intenti a giocare e poco interessati a noi. La prima cosa da fare è senz’altro presentare la nuova canzone come una bella novità,  un occasione per cantare tutti insieme, un momento di gioia, insomma dovete voi essere entusiasti del vostro lavoro, perchè se trasmettete entusiasmo, risponderanno con entusiasmo!

Presentiamo  la nuova attività e spieghiamo con parole semplici quale sara’ il tema della canzone, cogliamo l’occasione per stimolare il pensiero, lasciamoli immaginare ed esternare! Rispondiamo con sicurezza e voce amorevole a tutte le loro domande e curiosità in merito.

2 Ascolto. Invitiamo i bambini all’ascolto della canzoncina. Creiamo un momento di suspance, di attesa del momento che verrà, il silenzio fa parte della musica. Quindi, catturata la loro attenzione, è il momento dell’ascolto! Momento importantissimo, durante il quale i bambini imparano che esistono momenti di baccano, di parole, di gioco ma  anche momenti di silenzio e di concentrazione! (Propedeutica al suono e alle pause)

3 Commentiamo. Ascoltata la canzone, via con i commenti, lasciamo esprimere i bambini liberamente, questo contribuirà ad imprimere maggiormente il ricordo di questo momento.

4 Gioco con le vocali. Invitiamo quindi il gruppo ad alzarsi in piedi e proponiamo un semplice esercizio per far comprendere ai piccoli il suono delle vocali.  L’insegnante apre la mano destra ed emette una ‘a’ prolungata che riempie l’aula, poi interrompe chiudendo il pugno, invita i bambini ad emettere i suoni stando attenti alla chiusura del pugno! Cosi ripetere l’esercizio con le altre vocali. Questo è un esercizio divertente e propedeutico all’utilizzo della voce.

5 Movimento. Riascoltiamo la canzone più volte e lasciamo che i bambini si muovano liberamente, si ma sempre guidati da voi! Date loro degli imput, tipo…su con le braccia, muovete le mani ed altro, ovviamente per essere più seguiti dovete farlo voi per primi! Insomma tirate fuori l’animatore che c’è in voi!

6 Produzione di disegni. A questo punto invitiamo i bambini a disegnare e colorare una parte o un personaggio della canzone o tutto quello che ha attirato la  loro curiosità, ovviamente con la nostra canzone in sottofondo!

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Ultimo consiglio.. se sapete suonare la chitarra suonate e cantate dal vivo con la classe! I bambini lo apprezzeranno particolarmente, io non potrei fare a meno della mia chiatarra, è un jolly e funziona!

Ovviamente tutta questa preparazione necessita di più incontri, quindi preparatevi per tempo! E buona musica!!

Quale strumento musicale per un bambino?

Partiamo dal presupposto che lo studio di uno strumento musicale non deve essere imposto ma il bambino va accompagnato alla scoperta della musica gradualmente.

Come agire? Ovviamente se notiamo in lui una certa propensione al ritmo, al canto possiamo provare, gia’ dall’età di tre anni, ad inserirlo in un gruppo di propedeutica musicale, qui con altri bimbi potrà sperimentare sottoforma di gioco, tutti gli aspetti  di questa attività.  Dai tre ai cinque anni è sempre consigliato quindi un approccio di gruppo, iniziare a conoscere le prime sonorità attraverso dei semplici strumenti musicali come tamburello, maracas, sonaglini, tamburi, triangolo. Improvvisare in gruppo, ad esempio,  stimolera’ l’autostima (anche io so fare!), imparare canzoncine che alternano silenzi e canto sarà propedeutico allo studio delle pause e cosi via.

Come potrà avvenire invece, la scelta di studiare uno strumento musicale? Spesso i genitori mi chiedono quale sarà lo strumento più adatto, solitamente rispondo che, un bambino all’età di cinque anni non può iniziare a studiare strumenti di difficile presa. Lo strumento, secondo il mio parere, più accessibile a quell’età, è senza dubbio il pianoforte, perché ha un feed back molto alto. Mi spiego meglio, il bambino troverà soddisfazione a toccare i tasti bianchi o neri e ne ricaverà da subito un suono. Nel giro di pochi mesi sarà in grado di eseguire facilissimi esercizi, prima con una sola mano, poi con entrambe.

Il pianoforte è lo strumento più armonico e propedeutico per eccellenza e potrà essere un ottima base e fungere da trampolino di lancio verso la scoperta, in seguito, di nuovi strumenti musicali. Ovviamente l’unica “pecca” è il costo, oggi però ci sono in commercio tastiere per piccoli principianti, oppure , una volta avviato ed appassionato allo studio, formule rent to buy.

Per quanto riguarda invece gli strumenti a corde come la chitarra, a partire dai 6/7 anni il bambino potrà approcciarsi ad una chitarra 3/4, cioè più piccola e quindi più adatta alla sua conformazione fisica, il feedback di questo strumento non sarà immediato e occorreranno alcune lezioni affinché  le piccole dita riescano ad acquisire la giusta postura e pressione delle dita sulle corde cosi da produrre suoni puliti, non sarà semplice all’inizio, ma mai scoraggiarsi! Superato il primo ostacolo si andrà avanti senza problemi.

Non imporre mai uno strumento musicale, il genitore, che  fin da ragazzo ha sempre desiderato imparare il violino, ma, per motivi personali, non ha mai potuto, puntualmente cerca di proiettare verso il figlio questo suo desiderio.  Purtroppo cosi non funziona quasi mai, solo in rari casi! Quello che consiglio invece al genitore è iniziare fin da piccolissimi ad alimentare la curiosità del bambino verso la musica, ascoltare, proporre dei piccoli strumenti musicali come ovetti sonori, tamburelli, stimolare la curiosità attraverso letture e le immagini. Imparare uno strumento musicale richiede impegno e passione e il bambino dovrà affrontare questo percorso gradatamente con gioia e curiosità.

Il miglior modo per accompagnare un bambino verso la musica è stimolarlo nella sua curiosità,  accrescere la sua autostima con frequenti frasi positive quando notiamo l’impegno, rimanendogli accanto senza sostiturci al maestro e ascoltando volentieri  i suoi esercizi con lo strumento anche quando sono poco”orecchiabili”.

Non è detto che nostro figlio diventerà un concertista, ma una cosa è certa, un bambino che è vicino alla musica e intraprende lo studio di uno strumento, sviluppa una sensibilità d’animo che, insieme al senso di responsabilità,  inevitabile per un corretto studio, faranno di lui una persona migliore!

Quanto e’ importante la motivazione nei bambini?

Che bello e fantastico il mondo dei bambini! Se chiedi loro, cosa vuoi fare da grande? le risposte sono molteplici, fantasiose e spesso,  agli occhi dell’adulto inarrivabili. L’astronauta, il lanciatore di missili (risposta data a me da un mio alunno di quattro anni!) ma anche il pompiere, il dottore e spesso..la maestra!

I lavori di mamma e papa’ sono sempre i più gettonati!

Vorrei fare quello che fa il mio papà,  mi disse un mio allievo, e che lavoro fa il tuo papa’? L’operaio, e cosa fa l’operaio? L’operaio fa delle cose! Ma sono cose belle! E perche sono belle? Perché le fa il mio papa!…ovvio no?

Che dire, i bambini riescono con la loro semplicità ad essere grandi motivatori per i genitori, ma accade anche il contrario? Cerchiamo di capire insieme cosa fare e non fare per motivare al meglio i bambini e i ragazzi allo studio, nello sport, nelle attività artistiche.

Alcune piccole regole importanti:

Evitare paragoni

Prima di tutto evitare i paragoni con i compagni o con i fratelli! Carletto è molto più bravo di te! Carletto finisce i compiti in meno tempo. Questo atteggiamento demotiva e diminuisce l’autostima, frasi positive come, “ognuno ha i suoi tempi”, “sono sicuro che ce la farai”, al contrario motivano e donano soddisfazione.

Non dare troppa importanza ai voti

I genitori spesso si preoccupano del voto della singola interrogazione o compito, pretendere e chiedere solo un bel voto, significa dare importanza a quell’episodio singolo, invece, per motivare al meglio, dobbiamo soffermarci e concentrarci sull’andamento generale, altrimenti l’unico scopo per studiare diventa quello di portare a casa un bel punteggio! Apprezziamo invece quando nostro figlio si applica, quando ci propone con entusiasmo un bel disegno o quando impiega poco tempo e senza distrazioni, ad eseguire i compiti assegnati.

Parlare  con i figli e specialmente saper ascoltare

Si motiva parlando con un bambino, chiedendo dei compagni, degli insegnanti, cercando di coinvolgerlo nei piccoli compiti familiari quotidiani, chiedendo un suo parere, guidandolo e sostenendolo nei momenti di difficoltà, tutto questo senza essere “troppo”, lasciandolo anche sbagliare poichè sarà così che imparerà. Il compito di un genitore e di un educatore non è semplice e spesso si impara lungo la strada, a volte dobbiamo imparare ad osservare con discrezione senza sostituirci subito a nostro figlio per trovare una facile soluzione  Ricordiamoci sempre che essere ascoltato è importantissimo per un bambino o un adolescente in crescita!

Insegnare loro ad osservare le situazioni da varie prospettive

Vi ricordate del film con Robin Williams l’attimo fuggente? Ecco dovremmo tutti provare a volte ad imitare quella scena famosa, salire su una sedia ci fa osservare le cose da un’altra prospettiva. Proviamo a fermarci per qualche secondo ad un lato di un marciapiede di una strada trafficata e appoggiamoci vicino un muro di un palazzo,  ora osserviamo le macchine e la gente che va e viene frenetica. Bene, a questo punto saliamo sull’ultimo piano di quel palazzo e guardiamo sotto.  Vedremo si le stesse cose… ma da una prospettiva diversa. Potremmo osservare più da vicino il cielo, qualche uccello, i cartelli stradali, le teste delle persone! Insomma lo stesso ambiente ma diversi punti di vista. Insegnamo questo “gioco” ai bambini ed ogni volta che saremo dubbiosi sul da farsi, pensiamoci

In ultimo ma non per ultimo…Aiutiamoli nelle loro scelte

Se nostro figlio canta spesso, disegna con passione, è un bravo nuotatore, ama leggere,  perché non apprezzare tutto questo e seguirlo, stimolarlo e specialmente apprezzarlo e motivarlo? Magari non diventerà un cantante, un pittore, uno scrittore o un nuotatore ma sicuramente una persona migliore

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